Non è un lavoro per vecchi: Quando una passione diventa business (Riccardo Pozzoli)

05 October 2019, Tags: Libri

📚 Premessa

Mia moglie sta portando avanti un progetto imprenditoriale nell’ambito della moda: Buju e per ovvi motivi segue le varie influencer che ruotano intorno a questo mondo.

A volte me lo dimentico ma avendo 37 anni sto vivendo in prima persona un periodo storico interessantissimo: siamo passati da un mondo interamente analogico all’era digitale ed a una velocità impressionante. Le strategie di marketing possono rimanere valide nel tempo ma i canali di comunicazione sono cambiati e così si sono aggiunte ulteriori strategie oltre a quelle classiche.

Una delle esperienze simbolo di questi cambiamenti è stato il fashion blog TheBlondSalad (12 Ottobre 2009) pensato da Chiara Ferragni e Riccardo Pozzoli poi evoluto in magazine, e-commerce e tanto altro.

Riccardo Pozzoli, autore di questo libro, prova a fare il punto della sua esperienza imprenditoriale e a raccontarsi in maniera sincera e colloquiale.

Dalle foto fatte in casa al percorso che li ha portati a scardinare l’elitè del lusso facendo entrare nelle sfilate ragazze che scrivevano di moda alle proprie coetanee inventando così il lavoro della fashion blogger e successivamente influencer.

Oltre alla storia di TheBlondSalad, Riccardo racconta la sua nuova impresa imprenditoriale con due soci: Foorban. Partendo da queste esperienze propone spunti interessanti e suggerimenti pratici.

Cosa mi porto a casa da questa lettura

  1. Avere un’idea straordinaria e rivoluzionaria non è una condizione necessaria né sufficiente per decretare la buona riuscita di una startup. Gli ingredienti che servono sono un’idea, perseveranza, pazienza, passione, una buona squadra che possa realizzare l’idea, il progetto per realizzare l’idea, e i finanziamenti iniziali.
  2. A tal proposito per i finanziamenti si parte con i seed capitals e gli angel investor che sono i primi fondi finanziari, dopo questa fase si passa alla raccolta di investimenti più consistenti tramite venture capitalist. Se non si riesce da soli a realizzare queste fasi si può pensare di farsi aiutare dagli incubatori che mettono sul piatto competenze, tempo, contatti, uffici, risorse economiche per favorirne lo sviluppo, in cambio di quote societarie. Un’altra opzione non praticabile però per manufatti copiabili è il crowdfunding.
  3. Le spese sono più di quelle che si pensano, tanto per farsi un’idea ci sono quelle legali, di registrazione del marchio, di sviluppo del sito e dell’app, costi operativi dei primi due anni: tra questi rientrano le attività di marketing, il pagamento del business developer, del consulente del lavoro, del consulente amministrativo, dei dipendenti, del server, l’affitto e la gestione dell’ufficio, la manutenzione, il costo del CEO, il graphic designer…
  4. La barriera culturale al giorno d’oggi è azzerata dalle nuove tecnologie. Il desiderio di conoscere può portare chiunque a superare gap culturali. Spesso studiare in nuovi campi permette di non avere pregiudizi sui temi trattati.
  5. Il lavoro è irreversibilmente cambiato post crisi del 2008 ed ha aperto la strada a nuove tipologie. La società è in generale diventata piÚ liquida e grazie a questo ognuno può ritagliarsi il suo spazio. Si possono percorrere strade nuove anche solo spinti dalla necessità di farlo, esplorare nuovi business, reinventarsi, migliorare i processi anche rischiando di sbagliare.
  6. Anche mestieri antichi possono essere riletti con modernità ed ispirare startup di successo pur mantenendo le proprie caratteristiche. Vedasi le startup che vendono prodotti su misura online o fanno conoscere l’agroalimentare italiano.
  7. L’Italia è caratterizzata da piccole medie imprese e questo non pensare “in grande” spesso si riflette sulle startup nostrane che rimangono piccole e medie anche nei round di finanziamenti.

Conclusioni

Il libro attualmente è disponibile in Prime Reading su Amazon e ve lo consiglio caldamente anche solo per leggere da chi ci è passato in prima persona il cambiamento epocale nel mondo della moda che abbiamo vissuto e le esperienze di un imprenditore.

Al di là di poter essere in linea o meno con i pensieri dell’autore, Pozzoli racconta il presente delle startup e il dinamismo che gli ruota intorno.

Gli spunti sono interessanti e la lettura è piacevole. La forma lascia spazio al contenuto ed ha il sapore di una chiacchierata informale con il lettore. Tutti ci possiamo identificare nell’autore e l’intenzione è proprio quella di creare un legame amichevole e non distaccato tra le parti.

Non credo che tutti siano portati per essere imprenditori ma alcuni spunti possono essere applicati anche negli altri ambiti lavorativi.

Riferimento

Riccardo Pozzoli, Non è un lavoro per vecchi: Quando una passione diventa business, De Agostini, 20 marzo 2018. Amazon

“in una vita senza rischi è tutto a rischio … Anche quando va tutto bene, se ti siedi corri il rischio che, da un giorno all’altro, il mondo cambi e tu non riesca a stare dietro al cambiamento.” (Pozzoli, Riccardo)


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Scritto da Giuseppe Caliendo con amore 💖 dall'Italia. [Twitter] [LinkedIn][Github][Tutti i tag]

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