Resisto dunque sono. (Pietro Trabucchi)

15 November 2019, Tags: Libri

📚 Premessa

Uno degli obiettivi che mi sono posto quest’anno è quello di tenermi allenato con la corsa. Gli impegni familiari e lavorativi mi permettono di far spazio per circa tre allenamenti a settimana.

Il mondo della corsa anche a livello amatoriale o come nel mio caso di puro mantenimento ti fa sperimentare fisicamente il senso della fatica perché si tratta di un movimento prolungato e senza sosta.

Altro aspetto interessante che mi piace della corsa è la concentrazione che si riesce a dare al proprio respiro, aspetto che lega questa attività a quella della meditazione. Correre senza cuffiette può essere un’esperienza per rilassarsi mentalmente nonostante lo stress fisico provato.

Resilienza, valutazione cognitiva, autoefficacia

Pietro Trabucchi, è uno psicologo che si occupa da anni di sport di resistenza. Ha seguito per anni la preparazione delle nazionali di triathlon, ultramaratona, cannottaggio e sci di fondo. Tiene corsi di formazione per aziende, è professore incaricato presso l’Università di Verona, e collabora diversi centri in Italia di scienze motorie e dello sport.

In questo libro si concentra sul concetto di resilienza psicologica e di come coltivarla per affrontare lo stress della vita portando come esempio l’esperienza sportiva. Resilienza come capacità personale di resistere alle forze che ci vengono applicate.

L’idea è che gli elementi di stress, le forze di cui prima, gli stressor, siano fattori esterni che non possano essere evitati ma che possano essere gestiti.

A meno di situazioni di pericolo mortale, nelle quali gran parte dei processi celebrali vengono bypassati per rispondere più velocemente al pericolo, la maggior parte degli stressor che affrontiamo oggigiorno sono filtrati dal nostro modo di vedere le cose che ci circondano, da noi, dalla nostra valutazione cognitiva. La valutazione cognitiva filtra i danni causati dall’impatto dello stressor e crea quello spazio di azione che ci permette di controllare la situazione, di regolare la nostra risposta emozionale e comportamentale.

La valutazione cognitiva è legata a quello che viene chiamato locus of control, cioè dove mettiamo il controllo di quello che ci accade. Secondo Rotter gli individui si classificano in base a dove posizionano tale controllo: se internamente o all’esterno. Se mettiamo troppo peso al fatto che le cose accadano fuori dal nostro controllo questo ci porterà a lasciarci vivere, sarà il mondo esterno a noi a pilotarci senza possibilità di fare la differenza. Viceversa se facciamo esperienza di senso di controllo questo ci aiuterà a spostare la lancetta su di noi e l’aspetto importante è che noi possiamo migliorare, possiamo crescere! Ovvio che non possiamo sempre vincere, quello che possiamo fare è esprimere il massimo che possiamo fare e ristrutturare la sconfitta in modo costruttivo, senza scappare dalle proprie mancanze e valorizzando gli aspetti positivi.

Quali sono allora i punti per allenare la propria valutazione cognitiva?

  1. Crederci, perchè il primo passo è analizzare la sfida che ci poniamo e studiarla per capire se è realizzabile oppure no. Se consideriamo un’impresa irrealizzabile, in qualunque campo, non la realizzeremo mai.
  2. Impegno: la fatica e la perseveranza è l’unica strada per allenarsi fisicamente e mentalmente ed ottenere risultati.
  3. Framing: divide et imperat. Un approccio che già i latini conoscevano bene come strategia di guerra ma che rimane valida anche oggi. In realtà è anche alla base del Project Management che materializza questa strategia nella WBS. Una grande impresa va divisa in sottoparti per poterla aggredire nella sua interezza.
  4. Spinta a sentirsi autoefficaci, cioè capaci di controllare l’ambiente e lo stressor. La cosa interessante è che per migliorare la propria performance basta la convinzione di questa capacità più che la sua effettiva espressione.
  5. Essere coscienti che gli eventi sono limitati nel tempo e specifici. Una sconfitta non è per sempre ed è limitata a quel posto in quel tempo, sarebbe un errore espanderla a tutti gli aspetti della nostra vita e per tutta la durata della vita stessa.
  6. Meditazione intesa come per Jon Kabat-Zinn “la pratica di mantenere desta l’attenzione momento per momento”. Soffermasi sula consapevolezza dei contenuti e non sul contenuto stesso distaccandosi quindi dai propri pensieri. Ovvio che qui l’esercizio e la pratica continua affinano l’efficacia.

Cosa mi porto a casa da questa lettura

  • Una conferma che la corsa è un buon momento per imparare a ridurre lo stress, ad allenare la propria valutazione cognitiva della sofferenza e ad aumentare il senso di autoefficacia.
  • La nostra mente attraverso il cervello pilota processi chimici del corpo che possono aumentare o diminuire gli effetti dello stress, come confermato dagli studi di Edwin Blalock si neurotrasmettitori ubiquitari.
  • Darsi obiettivi raggiungibili, migliorabili e misurabili è un buon allenamento per imparare a fare esperienza di controllo emotivo e comportamentale
  • Nello sport oltre alle capacità fisiche date da allenamento e dote genetica, fanno la differenza le capacità mentali di gestione dello stress.
  • Lo sport giovanile rappresenta un investimento per la vita del ragazzo a patto che sia inteso come scuola di motivazione, impegno e rielaborazione della sconfitta
  • La fatica è un dato soggettivo, è una sensazione che dipende dall’individuo e che l’individuo può controllare sapendo che si tratta di una situazione temporanea. La fatica è maggiore tanto più è inattesa

Considerazioni

Il libro è molto interessante, almeno per chi è incolto sull’argomento. E’ di facile lettura e i concetti trasmessi sono supportati dalla storia di atleti che si sono cimentatati in diverse avventure e sfide spesso definite irrealizzabili.

La prima parte è molto avvincente ed illuminante, mentre la seconda parte purtroppo, almeno IMHO perde un pò di smalto nonostante l’argomento trattato e cioè l’applicazione di metodi e processi descritti precedentemente applicati ai giovani atleti e ai manager sia interessante per un padre come me. Inoltre vengono accennati i corsi e le tecniche proprietarie di Trabucchi e l’influenza degli zuccheri sul nostro processo cognitivo.

Nel complesso consiglio vivamente il libro a chi sta percorrendo un viaggio di crescita personale o per chi vuole trasmettere a chi gli sta vicino modi diversi di affrontare la vita.

Nel momento in cui scrivo, il libro è presente nel catalogo Prime Reading di Amazon e quindi è compreso nel canone Prime di Amazon… è il momento giusto per leggerlo.

Riferimento

Pietro Trabucchi, Resisto dunque sono. Chi sono i campioni della resistenza psicologica e come fanno a convivere felicemente con lo stress, Corbaccio (10 gennaio 2019). Amazon.

Discendiamo da gente che è sopravvissuta a un’infinità di predatori, guerre, carestie, migrazioni, malattie e catastrofi naturali. Noi siamo costruiti per convivere quotidianamente con lo stress. (Pietro Trabucchi)


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Scritto da Giuseppe Caliendo con amore 💖 dall'Italia. [Twitter] [LinkedIn][Github][Tutti i tag]

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